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lunedì 19 dicembre 2011

Gocce di memoria, ovvero "Disegnare parole"




Stamattina quando mi sono svegliata, mi sono resa conto di aver sognato per alcune notti di seguito e di ricordare nitidamente i sogni ricevuti. Mi sono stropicciata la faccia e sono andata verso il soggiorno dove mi attendeva un sorriso dolce e la colazione. Tra le chiacchiere del risveglio ho incluso l’opera inscenata dal mio teatro notturno e, come non accadeva da almeno uno o forse due anni, sono riuscita a scioglierne le trama in ogni più piccolo dettaglio. 
E’ stato un anno terribile. Non c’è niente da dire oltre su questo, solo la speranza che termini presto e si porti via tutti i suoi incubi. E uno degli effetti collaterali è stata l’incapacità di chiudere gli occhi e immaginare, di riaprirli e scrivere, come ho sempre fatto. 
Tuttavia, in questi ultimi giorni, sì, ho ripreso a sognare finalmente. Segno che freschi germogli hanno ricominciato a crescere dentro di me, sotto le pesanti e polverose macerie. E con la ricomparsa delle immagini è tornato lo stimolo imponente di un tempo, quello che mi attira immancabilmente alla carta e all’inchiostro. E’ stato in quel momento che mi sono detta, felice - ecco, è arrivato il momento - . 
Così questa mattina presto, dopo aver fatto colazione ed essere rimasta sola in casa, sono passata davanti gli scaffali della mia libreria, ormai quasi del tutto svuotati dal trasloco imminente, ho fatto scivolare tra le mani un dono prezioso, QUEL dono prezioso,  e sono tornata sotto le coperte. Sentendomi quasi come Bastian nella sua soffitta, mi sono immersa serena in una lettura senza pause. Ho sorriso, le mie guance si sono inumidite, la mia vista annebbiata. E poi nuovamente sorrisi colmi di speranza ed infinita nostalgia. 

Si tratta di un libro speciale. Il frutto di una sensibilità non comune e di milioni di ricordi e sensazioni abilmente intrecciati e resi dono. Il suono gentile della poesia si fa coreografia di danze piene di grazia e splendore. La scelta accurata delle parole addolcisce il loro sapore sulle mie labbra, anche quando quei passi hanno un retrogusto amaro.  
Leggendo queste pagine si intraprende un viaggio attraverso ogni sfumatura di colore, un sottile e suadente percorso attraverso l’anima di un poeta che mostra con delicatezza le sue luci e le sue ombre, coinvolgendoti in un’intimità che normalmente si rivolge solo alle persone care. Ed è questo che fa Mauro, si rivolge ai lettori con una cura tale da far sentir loro una calorosa vicinanza, un fraterno legame. Sembra quasi di sfogliare le pagine di un diario, ascoltare ad occhi chiusi e le guance rosse un racconto segreto. 



Dalla quarta di copertina"Uno specchio graffiato non riflette immagini: e questo è il silenzio della saggezza": con questa citazione inizia questa raccolta di poesie. C'è però uno specchio che riflette il passaggio delle stagioni, la pioggia e la neve, il sole e la sabbia, le nuvole, la nebbia e il vento e i falò. Riflette il passaggio delle emozioni che si rincorrono. Ecco, emoziona leggere i versi di Mauro. Perché è un poeta che racchiude le sue esperienze in piccoli disegni composti di parole. Perché questi disegni, spesso, sono l'eco anche delle nostre attese, delle nostre gioie, dei nostri turbamenti. Sono specchio di Vita.

lunedì 22 novembre 2010

Sconclusioni..



Introduzione: Lalla Careddu
In copertina: Illustrazione di Roberta Biasuzzo

E' un pò che ci rimugino su, lo devo ammettere. Veramente un bel pò.
Ma ogni volta, aprendo le sue pagine trovo qualcosa di nuovo alla quale appassionarmi, senza riuscire, una volta riemersa dalla lettura a rimettere il libro al suo posto nello scaffale. Così è rimasto sul comodino per mesi. Un racconto alla volta, di tanto in tanto, ciclicamente.


Possiede uno stile del tutto diverso da quello che amo leggere solitamente. E' più diretto, graffiante, tanto da lasciarmi senza delicatezza alle volte. Ma è proprio questa una delle fonti della sua energia. Con la sua grinta, ma anche con la sua strafottenza a tratti, riesce dopo pochi minuti a lanciarti sul corpo una rete vischiosissima e a inghiottirti nel suo mondo, senza alcuna protezione di salvataggio. Che tu lo voglia o no, senti di non avere altra scelta. Ma sono bastati quei pochi minuti per sapere che non hai più nessuna voglia di ribellarti affinché la "liberazione" avvenga, e ti lasci trasportare sereno, attento, con le orecchie tese.
E così urli al cielo con i protagonisti dei sei racconti, vivi le loro ricerche senza meta (.. ti ci ritrovi anche tu in effetti..), in quel mondo che non ti sa più accogliere, che non ti offre nulla, che non ti abbraccia mai. La felicità sembra un'illusione, la realtà una minaccia. Ti trovi lì sul bordo di quel fiume avaro con Sandro, intento a montare ad occhi chiusi una canna da pesca. Ti trovi lì e senti fluire i suoi pensieri nelle tue arterie, come se fossero i tuoi. Senti che ti è vicino, che puoi essere stato tu in un'altra vita (il mio racconto preferito, il secondo..).
Sono storie di personaggi legati dalle medesime radici. Vivono una periferia che li tiene saldamente ancorati, talmente tanto da richiamare a sé anche coloro che riescono a fuggir via per lo spazio di un attimo. Ma non è quello il loro unico punto in comune. E' un libro che racchiude i loro sentimenti e in cui sono raccolte le vite di coloro che non si accontentano, di coloro che non si rassegnano, che cercano qualcosa aldilà, qualcosa che non sanno bene neanche loro a volte. Si tratta di quello stimolo bruciante che ti spinge in avanti senza lasciarti respiro. E quella sensazione che ti fa gridare, che produce domande direttamente dalla parte più intima di te stesso, che non ti dà tregua anche quando non sai come affrontarlo. E poi ci sono le relazioni, quelle complicate, quelle disperate, quelle troppo intense e per questo così maledettamente vere. Quelle tenere, quelle che potrebbe cominciare, quelle già finite ma che ci lasciano l'eco di quell'aria che si è smesso di respirare. Ci sono i desideri di vite condivise, di figli desiderati. A qualunque costo, a qualunque condizione.
E c'è moltissimo altro. Ed è davvero un regalo che ci sia.


Buona lettura




Paolo Pappatà è nato a Roma nel 1970. Suo malgrado scrittore di nascita, webwriter per necessità, è noto ai più con lo pseudonimo di Baol70. Laureato in lettere alla Sapienza di Roma a pieni voti, abbandona carriera universitaria, per una attribuzione rubatagli dai soliti poteri forti. Per ora, oltre a scrivere, legge.

domenica 21 novembre 2010

Mi presento..





Neve Blu..
Un'immagine che evoca nella mia mente un'infinità di forme e colori. Nascosti tra i riflessi della neve, si mostrano di tanto in tanto, senza pretese, e alle volte quando sono fortunata, si lasciano mettere per iscritto.. Ma ci sarà tempo per parlarne.. ^_^


Perchè un blog?
E' la domanda che mi pongo anch'io da diversi mesi ormai. 
La risposta non è ancora del tutto chiara, ma oggi, con questa pioggia che non cessa di innaffiar tutto prepotentemente, con i Sigur Rós in cuffia e quest'aria di autunno inoltrato (senza contare il desiderio irrefrenabile di scrivere che mi logora da giorni senza riuscire a trovar soluzione), ho deciso che era arrivato il momento. 
Magari sarà anche un modo per mettere finalmente ordine tra le migliaia di fogli e foglietti in giro per casa, con racconti, ricette, fiabe o pensieri sui libri, i film e i cd che orgogliosi e impolverati occupano gli scaffali della mia libreria.. 


Inauguro oggi un viaggio virtuale nel mio ingarbugliato caos di parole in movimento. Chiunque sia interessato a percorrerne insieme qualche tappa sarà il benvenuto!


Buona lettura